Camminano tra noi, ma non sono come noi. Vivono tra noi, ma non vivono come noi.
Hanno scelto di ‘abitare’ nel leggendario doppio decennio ‘40/’50, gli anni del gospel, del R&B, dello swing, del be bop e del rock n' roll. Loro sono la Community Swing.
E se la prima metà dei ’40 è stata funestata dalla follia bellica mondiale, è stata anche illuminata da Albert Einstein, Mahatma Gandhi, Carl Barks, Arthur Miller, Georges Simenon, Enrico Fermi e i ragazzi di via Panisperna, solo per citarne alcuni. I fifties invece sono stati gli anni della ricostruzione e della fede nella pace, nonostante la guerra fredda; gli anni proiettati verso nuovi orizzonti di gioia e di grandi speranze per l’umanità. Gli alfieri della C.S. non vogliono fare gli alternativi, la loro intera esistenza è alternativa.
Con la colonna sonora dal ritmo frenetico e gioioso, scevra di ipocrisie e compromessi al ribasso.
Non esistono confini per i Cittadini di questo paese, immaginario eppure reale, poiché ognuno di loro appartiene a diverse nazioni, ma tutti si riconoscono sotto una sola bandiera: musica.
Feste comunitarie nelle quali si ritrovano per condividere la propria inesauribile passione. Lucide scarpe nuove, capelli lucidi di brillantina, charme ed eleganza inappuntabile, sia nel look delle signore sia dei gentiluomini; o dei figli anche loro entusiasti della ‘follia’ collettiva dei genitori. Come fossero appena usciti dai più noti jazz club di New York o Chicago o si preparassero per un cocktail danzante ad Honolulu.
Solo un trucco per ingannare Kronos? No, questione di stile. Un gioco? Una filosofia di vita, casomai.
E poi, si sa, si può preferire il jazz freddo o quello caldo, si può fuggire con un sassofonista spiantato e menzognero o innamorarsi della persona sbagliata: nessuno è perfetto…
l’importante è vivere swing!
(Testo di Hermes Pittelli) |