Stephanie Gengotti

Per sempre...me
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“Sono nato piangendo mentre tutti ridevano, morirò ridendo quando tutti piangeranno.” (Jim Morrison)

Per sempre…me è un progetto sulla memoria e sul ricordo, quello che vuoi lasciare di te e quello che ti accompagnerà nel viaggio verso l’eternità.

Sognare la morte allunga la vita. E probabilmente aiutano anche fare sport, mangiare sano, pensare positivo, respirare aria buona, non arrabbiarsi, curarsi con le piante, ridere molto, avere un animale, fare yoga, amare il proprio lavoro, avere degli hobbies e qualche intervento di chirurgia plastica. Ma se l’obiettivo fosse la vita eterna? Dobbiamo metterci tutti alla ricerca della pietra filosofale, bere elisir di lunga vita o avere in casa un’arabafenice? I protagonisti di questi surreali ritratti hanno scelto un’altra strada per regalarsi l’ immortalità, semplice e istantanea: una fotografia. Con malizia quasi inconsapevole si mettono davanti alla macchina e, tradendo ogni promessa di naturalezza, cercano di mostrare al nostro sguardo il meglio di sé e di lasciarci un ricordo lieto, un piccolo cammeo del loro transito terrestre. Hanno età diverse, look diversi e un unico desiderio: dietro un dubbio narcisistico, un apparente tentativo di autocelebrazione, si cela la volontà di regalare a chi resta energia positiva attraverso i loro occhi ancora fieri, gioiosi e pieni di vitalità. Tutti ricercano la bellezza nelle sue molteplici componenti, dall’eleganza all’ironia, per allontanare la tristezza della scomparsa, della perdita. Così Giuliana indossa un vestito di Chanel. Virginie vuole assomigliare a una star del cinema. Christiane non rinuncia a un raffinato cappello. Giuseppe si sente a suo agio nel rigore di una divisa militare. Livia che voleva vivere negli anni ’50 per essere una pin up, realizza il suo sogno. E Alice coi suoi riccioli rossi e la pelle diafana dell’infanzia, ci allontana completamente dal regno di Ade e ci trascina nel Paese delle meraviglie.

Nessuna pretenziosa indagine filosofica nelle immagini, nessuna riflessione escatologica attraverso il mezzo fotografico. Solo il tentativo di creare un dialogo leggero e divertito tra la memoria, la morte e l’eternità. Mille volte, camminando fra i viali alberarti di un cimitero, ci siamo sorpresi sulla tomba di uno sconosciuto, con lo sguardo fisso su quell’ovale, quella piccola fotografia che racchiude in qualche modo, l’intero universo di una persona.
Per sempre… me non vuole lacrime, vuole strappare il sorriso di chi si fermerà a guardare rapito dall’esuberanza dei suoi protagonisti.
(Testo di Pamela Piscicelli)