Stephanie Gengotti

San Basilio
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Un quartiere popolare alla periferia di Roma coi colori sbiaditi dal logorio del tempo e dell'indifferenza amministrativa. Un quartiere che prende il nome da una chiesa, San Basilio. Un quartiere diviso da una linea immaginaria che separa le case popolari degli anni ’50 costruite con i soldi del piano Marshall e abitate da emigrati siciliani e calabresi, dalle case occupate costruite negli anni ’80 dal Comune diventate, invece, il ricettacolo della delinquenza facile e della droga. Alla differenza edilizia corrisponde un destino comune di emarginazione sociale, perché a San Basilio non c’è un cinema, una palestra, né una biblioteca. E l’unica traccia d’istituzioni è la presenza della polizia. Eppure, anche in questa terra dimenticata, la speranza ha trovato spazio annidandosi nelle chiacchiere sulle panchine, nei sorrisi di un pranzo di famiglia e nel verde dell’erba sintetica di un campo di calcio, quello che forse toglierà molti giovani dalla strada restituendogli la possibilità di un futuro migliore.